Fargo, terza stagione: puru u povaroma po avì u fimminune

Condivida

swango

Ho finito di vedere Fargo terza stagione. Tranguillo, NON CONTIENE SPOILER.
Da buon compare social voglio semplicemente assolvere al sacro compito di condividere con la mia parte social del mondo il fatto di aver assistito anche stavolta alla mattanza (garantita implicitamente da contratto non scritto tra autori e fruitore) di questa serie ispirata all’omonimo film dei fratelli Coen (per chiarezza, un su parenti cu chiri d’a Coin).
Il cattivone di turno è n’atru merda come si deve: senza scrupoli al punto giusto, nu pisciaturu i serie A nascosto dietro un aplomb tutto british.

Ewan McGregor, il personaggio principale, si sdoppia (non è uno spoiler, è in tutti i trailer) in due fratelli divisi da opposti destini che hanno origine i quando erano criaturi: uno è diventato straricco, l’altro nu trusciante ca va girannu cu na machina ca è ormai na carretta ca unna vo’ mancu cchiù Carlinu ma in compenso (e cca c’è nu però) se il fratello agguagnato è spusato cu na fimmina controfigura i nu cesso lassatu avantu u purtune come indifferenziata, u muartu i fame tena a fianco nu picciune esagerato (e puru sperta), Nikki Swango.

È inutile dire che ci sono tutti gli elementi necessari per imbastire na trama sanguinolenta che non manca di richiami onirici, trascendentali, religiosi, fantascientifici e quant’altro.
Citazioni e giochi sulle citazioni non mancano. Il giusto humor pure.

Insomma, la serie non tradisce. Peccato per quanto si dice in giro: puLtroppo potrebbe essere l’ultima stagione di una serie in cui c’è stato cchiù sangue di tutti i reparti di Ematologia d’u spitale dell’Annunziata e d’u Mariano Santo misi assieme.
Ripensateci, sinnò vi viegnu pigliu cu nu cric e d’u sangu ca spargo ci potiti fa puru a sesta e settima stagione.

Fondatore di Spigaweb e ottimo mangiatore di purpette, ama tutto quello che è meridionale. Il suo motto è «il Web è cumu u puarcu, un si jetta nente».


Condivida