PARCO ROBINSON: mi avete spezzato un sogno

Condivida

No. Io no.
Mi rifiuto, a tetello, di schierarmi da una parte o dall’altra.

Questo gioco tutto italico di scegliere una posizione e difenderla ad oltranza è un gioco a cui non voglio partecipare, non mi va.

Non mi diverte schierarmi con gli amanti del Parco Robinson, vittime (per chi li difende) di un atteggiamento voyeuristico, umiliante e diffamatorio da parte dell’autorità che li ha scoperti e filmati, né dalla parte del tutore dell’ordine che ha scovato i due soggetti in atteggiamenti offensivi per la morale pubblica passato, per via del filmino, eccessivamente dalla parte del torto.

Questo atteggiamento tra guelfi e ghibellini di chi difende la lobby degli amanti, dei riprenditori col cellulare, dei muratori o degli impiegati del CAF d’a CGIL non mi appartiene.

No, amico mio. A me di prendere le difese di una parte o dell’altra non me ne frega niente.

L’unica cosa che mi interessa e che mi fa incazzare come un jelandro nella stagione della caccia è che per colpa di questa situazione boccaccesca mi è stato fatto un torto che non potrà MAI PIÙ essere riparato.

Sì: non posso sopportare (è più forte di me) che per colpa i si mandrilli e di chi ha diffuso il tutto da OGGI IN POI, per sempre, io non potrò più fare un pic nic senza avere pensieri lascivi.

I monavanti, pi curpa i si strunzi, ogni volta che qualche brava massaia o mugliera o fidanzata spunerà nu plaid nterra, a capu mia mi andrà a chiri ciotambari assatanati e a chir’atru pruissure che s’è presa la briga di immortalare la scena per i posteri.

Ogni qualvolta, dua soggetti si inoltreranno ara fossiata cu na manta sutt’u vrazzu, nelle mie sinapsi si materializzerà una scena da Cinema Isonzo.

Maledetti, nculavvua. Mi avete traviato il desiderio innocente di fare con u panarieddru una santa gita fuori porta.

Giustifico la focosità, ma questo non ve lo perdono.

PLAID LIBERO!!!

Fondatore di Spigaweb e ottimo mangiatore di purpette, ama tutto quello che è meridionale. Il suo motto è «il Web è cumu u puarcu, un si jetta nente».


Condivida