Cosenza, consigliere comunale chiede separazione durante la seduta

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COSENZA –  Insolita seduta consiliare ieri pomeriggio a Palazzo dei Bruzi. Un consigliere comunale di cui manteniamo segrete le generalità per questioni di privacy che tutelino la moglie e le rispettive famiglie, prendendo la parola ha iniziato un intervento diverso da quelli a cui siamo abituati in sede di consiglio.

Contrariamente alle altre sedute, non si è parlato di questioni di vitale importanze per la città di Telesio (cerchi, le nuove luminarie, chi verrà a cantare al concertone, dove sarà ubicata la prossima fiera, quali strade chiudere sotto le feste, ipotesi sulla navigabilità del Crati, ecc.).

Il consigliere festeggia a base di leccornie locali

Sotto lo sguardo allibito del presidente del consiglio, il giovane consigliere ha approfittato dello spazio concessogli per l’intervento per inviare un messaggio alla moglie: «Tesò, siamo in dissesto: è inutile continuare. Vorrei approfittare di questo scranno per chiederti ufficialmente la separazione consensuale».

Discordanti le reazioni dei presenti. A chi ha stigmatizzato l’accaduto («Su cazzi d’i loro: a gente si lasssa e si piglia tutti i juarni» ha detto una consigliera della stessa area) si sono uniti cori di disapprovazione: «U ciuatu i si tiempi si lassa? E chini ci stira i cose i monavanti, a mamma?»

Lui non fa una piega e, raggiunto dopo la seduta, ai nostri microfoni ha spiegato: «Tanto siamo in separazione dei beni e u mutuo d’a casa è accollato a iddra. A mia mi va popu i lussu…»

Nessuna reazione dal mondo cattolico: «Nua mancu u sapiamu ca chissu era spusatu, quindi non c’è bisogno della sacra Rota che, vorremmo sottolineare ancora una volta, non centra niente con rota Greca».

Da quanto trapela dagli ambienti vicini alla coppia, i veri motivi dietro al clamoroso gesto andrebbero ricercati nell’insoddisfazione da parte del consigliere nei confronti delle doti culinarie della consorte. «Ci sbaglia sempre i cuddruriaddri», ha dichiarato un amico chiedendoci l’anonimato. «Tra l’altro era d’a presila e ri chiamava puru cullurialli. La situazione era insanabile…»

La moglie del consigliere in questione mantiene un dignitoso silenzio.  Unica dichiarazione ci giunge da una sua strettissima amica alla quale avrebbe confidato: «U fissa mo s’è ncartatu curi manu sua: cu chira trippa chini vo ca su piglia? Ca io bene o male signu ricca i famiglia, iddru i ccà ari nove elezioni, quannu perda u gettone d’u consiglio comunale s’attacca a su dissesto!»

Fondatore di Spigaweb e ottimo mangiatore di purpette, ama tutto quello che è meridionale. Il suo motto è «il Web è cumu u puarcu, un si jetta nente».


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