Arti e mestieri al capolinea: sparisce l’abbussature di milune

Condivida

Il logorio della vita moderna tende a ridurre ai minimi termini il tessuto che ci unisce al nostro passato.
Nel frenetico tran tran del vissuto quotidiano sta perdendosi irrevocabilmente una figura un tempo irrinunciabile di questi periodi di afa estiva: l’abbussature di milune.

L’abbussature di miluni, nei decenni passati, era da tutti considerato un membro indispensabile della società civile. Da portachiana a Roges, dall’acquedotto a ru terzo lotto non c’era un (uno solo) essere umano capace di intendere e di volere che non si affidasse al sapiente tocco dell’abbussature di milune per dirimere ogni dubbio circa la bontà del frutto che si intendeva comprare.

Il busso dell’abbussature di milune era catartico. Possedeva il potere arcano di vedere l’inconoscibile, di rivelare il mistero, di scrutare l’ignoto alla ricerca della verità.

Ogni abbussata era attesa con palpitazione non solo dall’acquirente ma anche dal milunaro. L’esito della bussata era inappellabile: se l’abbussature di milune sentenziava che u milune era còpano, non c’erano Cassazione o Tar da chiamare in causa.

Chiru milune andava solo arrivulato menz’a via (tanto è biodegradabile) o, al più, jettatu intra nu catu riservato ara vrudata.

Oggi che è tutto più freddo e, sospinti dalle più disparate contingenze, non abbiamo tempo per soffermarci per capire l’archè delle cose, il senso del tempo, il motivo dell’esistenza, il perché siamo qui e perché hanno inventato Catanzaro, l’acquisto del melone avviene senza prendere in considerazione quel salvifico, ancestrale e sapiente tocco dell’abbussature di milune (per poi lamentarci scioccamente alla vista del milune sbagliato come se l’acquisto a scatola chiusa ci consentisse di praticare il lamento).

L’aridità dei nostri moderni cuori ci ha fatto dimenticare che un tempo davamo più valore alle cose e che l’acquisto di un milune era una prova da far tremare i polsi.

Ciao, abbussature di milune. Fino a quando un (uno solo) cristiano si ricorderà di te, tu continuerai ad esistere e a illuminare il nostro cammino.

Ciao, bussa ancora: che il tuo rintocco riverberi nei nostri cuori e ci guidi per aspera ad astra (e, pure, verso i T, volendo).

Fondatore di Spigaweb e ottimo mangiatore di purpette, ama tutto quello che è meridionale. Il suo motto è «il Web è cumu u puarcu, un si jetta nente».


Condivida